Monday 06th May 2024,
Arci Lecco Sondrio

Miseria Ladra. Mobilitiamoci!

l’editoriale del Presidente dell’Arci Paolo Beni

“…è necessaria la mobilitazione di tutti, serve anche la ribellione delle coscienze di fronte all’ingiustizia sociale, allo scandalo della miseria in un paese ricco. É anzitutto il rispetto della Costituzione che ci impegna a fare ciascuno la nostra parte. 
Per questo l’Arci, insieme a centinaia di associazioni, organizzazioni sociali, sindacali, studentesche, comitati e movimenti, sostiene la campagna ‘Miseria ladra’ promossa da Libera e Gruppo Abele. Per dire che si possono fare altre scelte, basta decidere da che parte stare, se tutelare l’interesse di pochi o i diritti di tutti. 
Semplicemente, scegliere di ripartire dalle persone, dalla uguale dignità di ogni essere umano.”

Una boccata d’ossigeno per l’economia in crisi, investimenti per creare nuovi posti di lavoro, misure per redistribuire reddito e rafforzare la protezione sociale della parte più sofferente del paese: sono le priorità a cui dovrebbe guardare la legge di stabilità. Ma di queste scelte c’è poco più che l’annuncio nei testi finora circolati; ci sono giusto i titoli ma manca lo svolgimento.

C’è il taglio delle tasse sul lavoro, ma in misura irrisoria perché possa essere incisivo; ci sono fondi per la cassa integrazione ma manca il segno di una svolta nella politiche sul lavoro, il pubblico impiego, le pensioni; c’è qualche soldo in più per il sociale, ma ci vorrebbe ben altro per evitare il collasso di un sistema stressato da bisogni crescenti; c’é lo sblocco parziale del patto di stabilità interno ma restano le incognite sulla nuova tassa sugli immobili; si evitano i tagli alla sanità ma si riduce tutta la spesa pubblica con effetti ancora da verificare.

È vero che i soldi sono pochi, ma proprio per questo servirebbero scelte selettive, che invece si rinviano ancora una volta. Come l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie di cui si era parlato e che alla fine non ci sarà. Il risultato è una manovra timida, che non affronta con la necessaria determinazione l’esigenza di maggiore equità sociale e redistribuzione della ricchezza, e non dà risposte adeguate al paese che sta sprofondando.

La povertà è ormai un problema anche nella ricca Italia: più di otto milioni di persone (il 13%) in condizione di povertà relativa, altri tre milioni sotto la soglia della povertà assoluta, e sono dati in crescita. Sempre più famiglie sono costrette a limitare i consumi essenziali o indebitarsi. E la causa non va cercata solo nella crisi di questi ultimi anni, perché da tempo nel nostro paese è in atto un imponente trasferimento della ricchezza dai lavoratori e dalle imprese produttive verso la rendita speculativa. L’Italia non è un paese povero, ma un paese in cui pochi si sono arricchiti sulla pelle di tanti che si sono impoveriti, in cui sono cresciute le disuguaglianze e sono arretrati i diritti.

Una società che condanna milioni di persone alla povertà, relega le nuove generazioni in una condizione di precarietà senza uscita e difende la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, è un attentato alla convivenza e alla democrazia. Serve una svolta concreta e immediata. Per questo va fatto ogni sforzo per correggere e migliorare la legge di stabilità in Parlamento, pur coi limiti di un quadro politico che non è certo quello ideale per coltivare l’aspettativa di una vera alternativa economica e sociale.

Ma è necessaria la mobilitazione di tutti, serve anche la ribellione delle coscienze di fronte all’ingiustizia sociale, allo scandalo della miseria in un paese ricco. É anzitutto il rispetto della Costituzione che ci impegna a fare ciascuno la nostra parte.
Per questo l’Arci, insieme a centinaia di associazioni, organizzazioni sociali, sindacali, studentesche, comitati e movimenti, sostiene la campagna ‘Miseria ladra’ promossa da Libera e Gruppo Abele. Per dire che si possono fare altre scelte, basta decidere da che parte stare, se tutelare l’interesse di pochi o i diritti di tutti.
Semplicemente, scegliere di ripartire dalle persone, dalla uguale dignità di ogni essere umano.

presidenza@arci.it

ArciReport, 22 ottobre 2013

 

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