PALERMO – “Siamo invisibili. Senz’acqua calda, né scarpe, né vestiti. Vogliamo solo essere ascoltati”. L’urlo dei migranti siciliani è affidato a una lettera. L’hanno “virtualmente” sottoscritta circa centocinquanta di loro. Senza però aggiungere un nome, né una firma al documento. Hanno paura di qualche ritorsione, di qualche reazione.
Perché nei Centri di accoglienza straordinari siciliani, spesso, il clima è teso. Al limite. Come al limite sono le condizioni raccontate da molti uomini e donne, ascoltati durante un monitoraggio compiuto dal Arci palermitano “Porco Rosso”. “Siamo i migranti che risiedono in alcuni dei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) della Provincia di Palermo. Veniamo da diversi paesi, Gambia, Mali, Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal, Guinea Conakry, Sierra Leone, Bangladesh, ma oggi la nostra voce è una sola”. Così inizia la loro lettera….leggi tutto l’articolo di LiveSicilia









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